Genuina, simpatica, vitale “Il Paese dei Campanelli”, l’operetta in tre atti scritta da Carlo Lombardo con la musica di Lombardo e Virgilio Ranzato composta nel 1923, approda al teatro Lyrik di Assisi .
Con allegria e sarcasmo dimostra che, nonostante i suoi 100 anni di storia non ha perso il suo appeal. Due ore di spettacolo che passano leggere su un umorismo di altri tempi, fatto di malintesi e ambiguità che portano inevitabilmente alla risata. La voce dei protagonisti che recitano e cantano è quella impegnata del bel canto dei primi del ‘900, quando cantare significava gestire bene il fiato e stare attento alle note, senza meccanismi elettronici che possono salvarti dalle “stecche”.
La storia ci porta su un’immaginaria isola olandese dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile con un campanello. Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che si verifica un tradimento e a seminare il disordine nel tranquillo Paese dei Campanelli arriva una nave di marinai.
Insomma, i tanti equivoci e fraintendimenti divertono rendendo sempre attuale il dilemma tra amore coniugale ed extra coniugale.
Cent’anni fa a suonare erano i campanelli… oggi i telefoni cellulari!
Donatella Binaglia